11 luglio 2011

Ultima crociera per il 2011


A Samos FairWind è di casa, avendo svernato nel 2009. Al marina per alcuni giorni di riasseto della barca in attesa dell’arrivo del nuovo equipaggio: gli ormai veterani Anna e Renzo.
Insieme a loro, prima di ripartire, passiamo una giornata a visitare l’isola di Pitagora, ceniamo  a Drakei, proprio di fronte all’isola di Ikaria e all’arcipelago di Fourni.
La prima tappa della crociera prevede una classica sosta da George ad Agatonissi per una zuppa di pesce dopo una bella giornata di vela. Calma totale per il giorno seguente: sfruttiamo l’occasione per fare rotta verso Fourni.
Arriviamo sulla costa sud, nella baia di Vlychada. Gettiamo l’ancora in completa solitudine in otto metri di fondale, con vista aperta verso la bianca Chora di Patmos verso sud. Dopo il tramonto due piccole imbarcazioni di pescatori si fermano a poca distanza a preparare le barche per la pesca all’alba del giorno successivo.
Dopo una tranquilla notte, navighiamo per tutta la mattinata intorno alla frastagliata Fourni e al suo arcipelago, circumnavigandola in senso antiorario ed atterrando per la notte al molo del porto principale, piccolo, affollato di barche di pescatori, ma sempre molto piacevole ed accogliente. Il paesino è rimasto ancora quasi come lo avevamo visto dieci anni fa, quando siamo rimasti, con amici e gommoni per alcune settimane ad esplorare, da terra l’affascinante isola, brulla ed esposta ai venti che da nordi si incanalano tra Ikaria e Samos e possono ricadere su Fourni.


Ma questa volta il periodo è tranquillo ed il mattino successivo, solo con la spinta del motore navighiamo verso Patmos, dove troviamo un gavitello disponibile a sud della Chora nel golfo di Grikos. L’ormeggio è tranquillo e piacevole e, dopo un pomeriggio di relax  e di bagni, prima del tramonto ci incamminiamo verso la bianca Chora, ancora poco frequentata, anche se ormai è il primo di luglio.
Il tempo a disposizione dei nostri amici è poco e sta per scadere.
Facciamo rotta su Leros nel porto di Lakki, da dove Anna e Renzo partiranno il giorno seguente.


E noi iniziamo la preparazione della barca per il riposo invernale che quest’anno inizia presto a causa di lavori che ci attendono a Milano.
Prima di arrivare al cantiere dove alare FairWind facciamo ancora due soste, alternando vela a motore, riposo a lavoro sulla barca.
Una notte a Xerocambos ed una nella piccola baia di Blefouti. Poi l’alaggio e gli ultimi giorni di lavoro a terra per lasciare FaiWind pulita e coperta ad affrontare la lunga attesa della prossima stagione.
Per il volo di ritorno ritroviamo Giacomo e Vivian, che torneranno a navigare su Mavie a fine agosto. Al decollo, a fianco della pista, nel cantiere, coperta con il cagnaro blu scuro, lanciamo un’ultima occhiata a FairWind e chiudiamo la nostra sesta stagione insieme. Al prossimo anno!

26 giugno 2011

Appuntamento con Mavie


Partiti Marie Christine e Xavier, un giorno di sosta a Lakki è sufficiente per bucati, cambusa e ultimi accordi con Giacomo per stabilire il luogo di incontro. La scelta cade sulla baia dietro all’isola di Mersincik, all’imboccatura sud del grande golfo turco alla cui imboccatura nord è situata Bodrum, l’antica Alicarnasso patria di Erodoto. La baia scelta è il luogo ideale per l’appuntamento e per iniziare l’esplorazione del golfo in senso antiorario, passare da Bodrum e poi risalire fino a Samos, dove avremo un nuovo equipaggio noi ed un cambio di equipaggio loro.
Lasciamo Lakki di buon’ora per una navigazione di oltre quaranta miglia fino al lugo dell’incontro. Il percorso è tranquillo e si alternano momenti a vela a periodi di navigazione a motore. Nel tratto di fronte alla cittadina di Kos il cicalino della canna della traina segnala una preda. Recuperiamo facilmente un piccolo tonnetto di un chilo che a sera, trasformato in una tartare riccamente condita, sarà un ottimo antipasto per la nostra cena in cinque a bordo di Mavie.
Giacomo, Vivian e Michele ci aspettano già ancorati e ci aiutano nell’ormeggio, con cime a terra per gestire al meglio lo spazio tra altre due barche.



Purtroppo il mattino successivo, al momento di partire per iniziare la navigazione insieme, il motore di FairWind non va in moto. Guasto elettrico o elettronico? Dopo molte prove si arriva ad escludere che il problema dipenda dalla batteria, per altro fatta verificare specificatamente prima della partenza dal cantiere di Leros. Chiamiamo quindi l’assistenza Volvo Penta di Bodrum che ci garantisce un tecnico con i componenti elettronici di ricambio per il giorno successivo. Mavie inizia la crociera e FairWind aspetta all’ancora, approfittando della piacevolezza del luogo: acque limpido, ormeggio riparato e piccola capanna a terra.
Risolto il problema, anche FairWind riprende a navigare e dopo due giorni raggiunge gli amici nel piacevole ormeggio di English Harbour, con pontili, ristoranti e piccoli negozi per approvigionamenti.
Rispetto alla Grecia, la Turchia ha sviluppato maggiormente e più diffusamente le strutture per il diporto. Molte insenature hanno pontili e piccoli ristoranti e dappertutto si incontrano le tipiche imbarcazioni turche: i caicchi di legno che possono ospitare oltre dieci persone, comodamente sistemate ed ben accudite.
A Bodrum, qualche giorno dopo saremo ormeggiati sotto al castello, in un tratto di mare affollato di decine e decine di queste barche. Il panorama richiama quello che doveva essere ai tempi delle grandi flotte del Sultano, quando le incursioni turche in mediterraneo mettevano in allarme Venezia, la Spagna e i diversi paesi costieri e i mesi invernali passavano in preparativi di attacco e di difesa, ma anche azioni di vera e propria intelligence tese a capire cosa stava preparando l’altra parte.
La navigazione è molto piacevole e il vento ci accompagna molto spesso senza mai esagerare.
Usciti dal golfo di Bodrum, e lasciata la Turchia dopo la sosta nella baia di Gunsuluk, FairWind risale verso nord sostando per due giorno a Lipsi, al gavitello davanti alla spiagia di Katsadia, a sud. Due giorni di relax e passeggiate sull’isola in uno dei nostri luoghi preferiti. Poi, facendo ancora una sosta ad Agatonissi raggiungiamo Samos. Nuovo incontro con Mavie ed il suo nuovo equipaggio con il quale ceniamo “pieds dans l’eau” sulla spiaggia sassosa di Pythagorio. Mavia parte per una nuova crociera, mentre noi aspettiamo l’arrivo di Anna e Renzo.

10 giugno 2011

Insieme ai nostri amici tra Cicladi e Dodecanneso


Sono passati due anni da quando Marie Christine e Xavier ci avevano accompagnato, a bordo di Fairwind, nella prima navigazione nell’Egeo, per raggiungere l’isola di Samos.
In questo periodo Jour de Fete, il loro Ovni 39, ha navigato tra le coste del Tirreno e il mar Ionio, fermandosi a svernare a Egina.
Ora è il  momento di navigare insieme: Jour de Fete e FairWind.



Da Sifnos traversiamo verso est fino a Despotiko, di fronte ad Antiparos. Di qui verso le piccole Cicladi dove, ripassando a distanza di due settimane, vediamo che l’attività sta riprendendo nei locali e lungo le strade rinfrescate il mese prima. Una sosta in baia a Schinuossa, poi una visita a terra a Kofounissi e Katapola (Amorgos) dove ci ararmpichiamo sulla scalinata che, a picco sulla costa est dell’isola, porta al bianco monastero abbarbicato alla roccia.
Obbligato lo scalo sull’isoletta di Levitha, per una cena nella taverna di Stavros dove stiamo stati ormai diverse volte nel corso degli anni.
Questi primi giorni del mese di giugno ci hanno regalato belle giornate con vento piacevole per navigare tenendosi d’occhio tra le due barche e cercando di superarsi nello sfruttare le sitazioni meteo. I nostri amici hanno finito il tempo previsto per questa prima vacanza in barca e la ricoverano a Leros per rientrare a Parigi. Jour de Fete riprenderà poi il mare a fine luglio, quando FairWind avrà già iniziato i suo periodo di riposo annuale.
Ora però ci sono ancora altri incontri in mare: il primo è sulla costa turca appena a sud di Kos.

01 giugno 2011

Giugno: finalmente bel tempo e caldo


Lasciamo Naoussa con rotta verso ovest. A Sifnos abbiamo appuntamento tra qualche giorno con Jour de Fete, la barca di Xavier e Marie Christine, finalmente arrivata in Egeo per navigare insieme a FairWind.
Il tempo è ormai messo al bello, per la traversata verso il nostro obiettivo è prevista calma di vento. Navighiamo tra le Cicladi con pilota automatico, studiando il luogo più adatto per l’atterraggio e la sosta in attesa dei nostri compagni di crociera.
La baia di Vathi, che raggiungiamo nel pomeriggio è incantevole; un’apertura stretta che si apre su un’insenatura circolare, circondata da spiaggie e basse costruzioni. Riparata e tranquilla è il luogo ideale per l’attesa.



Una rapida ispezione a terra tra le bianche casette ancora chiuse in questa stagione. Non c’è paese, ma solo case di vacanza; in fondo a destra un resort di gran lusso e di recente costruzione si prepara alla stagione.
Il giorno dopo ci muoviamo per esplorare, dal mare l’isola e, viste le previsioni di completa calma, per portarci sul lato ovest, esposto ai venti dominanti, dove si trova il vecchio villaggio di Kastro, accessibile da una piccola baia.
Nel percorso di ritorno, la notte la passiamo all’ancora nella baia sud (Ormos Pharos), dove al tramonto si tiene un colorita e affollata festa religiosa nella piccola chiesa sull’isoletta collegata da un piccolo ponte alla terra.
Poi ancora a Vathi, dove il girono successivo, da Kimolos, arriva Jour de Fete.

Eccoci di nuovo

Maggio, iniziato da poco, ed eccoci di nuovo su FairWind. Durante l’inverno sono stati fatti alcuni lavori di straordinaria manutenzione per mantenere in buona efficienza la barca. Controllo degli impianti e della strumentazione di bordo, pulitura dei serbatoi del gasolio e di quello dell’acqua, cambio dell’asse dell’elica e sistemazione dei giunti e degli ingranaggi relativi. Oltre alle normali azioni di ogni anno sul motore e sullo scafo.
Una settimana per controllare i lavori fatti e riarmare la barca, in attesa dell’arrivo di Mario per la prima parte della crociera.
Intanto a Leros sono ormeggiati gli amici di Bora Scura incontrati due anni fa ad Astipalea. Con loro navigheremo per una settimana, verso ovest, accompagnando il primo tratto del viaggio di ritorno di Bora Scura verso Trieste, dopo diciassette anni di vagabondaggi nei vari mari della terra.
In una settimana di lavoro FairWind è pronta per l’arrivo di Mario, velista di lungo corso e veterano della Giraglia, nostro compagno per il resto del mese.


Si lascia Leros per una sosta a Lipsi prima di raggiungere Patmos. Una visita alla Chora e poi verso le piccole Cicladi, dove i locali, ancora chiusi si stanno preparando alla nuova stagione. Imbiancatura per muri e stradine e verniciatura per serramenti, tavolini e sedie.Passiamo da Donoussa, Koufounissi, Ios, prima di visitare la verde Naxos e la vicina Paros.


Vento non troppo e sole poco. Il mese di maggio quest’anno non è benevolo ed il sole pieno appare solo alla fine del mese. Peccato per Mario che termina a Paros la sua crociera: arrivederci al prossimo anno.

10 ottobre 2010

Agosto e settembre

A Mitilene per riprendere Fair Wind dopo le vacanze di Piero e dei suoi amici tra Lesbo, Psara, Chios e Inoussa.
La ritroviamo tutta luccicante e pronta alla nuova avventura: la risalita dei Dardanelli, il mar di Marmara, Costantinopoli ed il Bosforo.

Appuntamento con l’equipaggio (Andrea, Alberto e Barbara) a Mithimna per la partenza, sulla punta nord di Lesbo. Da li verso l’isola di Bozcada, poi l’ingresso a vela nei Dardanelli e la lenta risalita con corrente contraria dello stretto e lungo la costa nord del mar di Marmara.

Ad Istanbul/Costantinopoli atterriamo al marina Atakoi, vicino all’aeroporto e, poco dopo il nostro arrivo, assistiamo all’esibizione della pattuglia acrobatica turca. Proprio sopra le nostre teste e con numeri tipo quelli delle nostre Frecce Tricolori.

Qualche giorno per la visita alla città dalle molte vite, storie e nomi: Bisanzio, Nuova Roma, Costantinopoli, e poi, ma solo dal 1930, Istanbul. E via lungo il Bosforo fino ad affacciarci sul mar Nero.


Il ritorno lungo un percorso che ci fa toccare prima le isole dei Principi e poi costeggiare il lato asiatico del mar di Marmara. Mentre all’andata si doveva contrastare la corrente, ora tutto è più facile e Fair Wind viene spinta dal vento e dal mare verso i Dardanelli e poi al rientro nell’Egeo.

I compagni di avventura sbarcano ad Ayvalik sulla costa turca e noi proseguiamo visitando Pergamo ed Efeso e sostando lungo il percorso in tranquille baie sulla costa o sulle isole di fronte. Poi rientriamo a Samos, nel grazioso porto di Pitagorio, chiudendo il cerchio che avevamo iniziato alla fine di maggio.

Ancora qualche giorno e qualche sosta per riposo e bagni a Lipsi e Leros prima di ricoverare Fair Wind al cantiere vicino alla pista dell’aeroporto di Leros, nel golfo di Parteni,

Disarmata e protetta per i mesi invernali ora attende alcuni lavori di normale manutenzione e i programmi della stagione nuova. Quella della primavera 2011.

03 ottobre 2010

Pergamo, Efeso e il ritorno nel Dodecanneso

Partiti i nostri compagni di crociera, la sosta ad Ayvalik si prolunga per poter visitare Pergamo, la città che nel terzo e secondo secolo avanti Cristo divenne un importantissimo centro commerciale e artistico, quasi una seconda Atene ellenistica.
Nell’Acropoli, che domina la vallata, sono ben conservate le rovine di una celebre biblioteca, del teatro con la sua vertiginosa platea a scalinata sulla valle e diversi templi e costruzioni; da qui partì, con l‘accordo del sultano turco l’imponente altare di Zeus con il fregio della Gigantomachia, oggi conservato a Berlino nel museo che a questo sito archeologico deve il suo nome.


Nella pianura le rovine di un tempio di Serapide, poi trasformato in basilica (una delle sette chiese dell’Apocalisse) e l’ampio e complesso impianto dell’Askepleion, dedicato al dio della salute Esculapio.


Dopo alcuni giorni di navigazione e sosta in baie sulla costa, su Lesbo e sull’isola di Inoussa, già toccata a fine maggio nel viaggio di andata verso le Sporadi, arriviamo a Kusadasi, sosta ideale per la visita al sito archeologico di Efeso.

Molto ben conservato, nel suo impianto generale e nei suoi monumenti principali, Efeso rappresenta una delle più starordinarie visite che si possa fare in Turchia ed uno dei più interessanti siti del mediterraneo.
Importante centro commerciale dell’antichità, Efeso impressiona ancora oggi per la testimonianza della vita dell’epoca e riporta alla nostra attenzione il lusso e l’agiatezza di chi viveva in questa città. La famosa biblioteca, il complesso delle case affrescate che ricordano i più interessanti ambienti della lontana Pompei, le strade lastricate e affiancate da colonnati, l’agorà e i numerosi tempi ed edifici pubblici, costituiscono un documento completo ed ancora oggi ben vivo delle civiltà che si sono alternate.

Nella zona, tra gli ombrosi declivi di una collina, si trova anche la casa di Maria, dove la Vergine, accompagnata da San Giovanni si trasferì dopo la morte di Gesù e, in basso nella pianura la tomba e la basilica di San Giovanni.

Lasciata la costa turca Fair Wind fa una sosta a Samos, da dove, in maggio, aveva iniziato la stagione. Ma quest’anno la basa invernale si sposta sull’isola di Leros. Settembre ormai agli sgoccioli offre ancora alcuni piacevoli giorni tra Pitagorio, Lipsi e Leros, prima dell’alaggio nel cantiere a fianco della pista dell’aeroporto, nel golfo di Parteni.

Una stagione intensa e di grandi navigazioni si conclude con i lavori finali di disarmo della barca. Ora Fair Wind riposa nel cuore del Dodecanneso, in una zona centrale rispetto alle Cicladi e alla costa della Turchia meridionale. Ma questo sarà per il prossimo anno.

13 settembre 2010

Marmara, sulle rotte dei delfini e degli uccelli migratori

Avevamo letto che nel mar di Marmara, una volta c’erano molti delfini ed ora non più. Però a noi è capitato di incontrarli ogni giorno: a coppie, a gruppi numerosi, a fianco o a giocare per minuti e minuti con la prua di Fair Wind. Ci sono ancora e sono tanti.
Purtroppo ne abbiamo visti anche due morti, galleggiare gonfi sull’acqua, colpiti dal traffico delle navi che rappresenta una costante del panorama di questo mare.


Anche un sommergile abbiamo incrociato, al largo di Yassiada, l’isoletta che è stata confino e concentramento negli anni sessanta sotto un regime militare oppressivo.
Oggi sulla piccola isola restano gli edifici fatiscenti ed abbandonati che testimoniano questo passato.
E poco distante, a Sivriada, abbiamo incontrato il primo stormo di cicogne di passaggio nel loro lungo volo di migrazione. Altri ne avremmo incontrati poi nei giorni successivi.


Abbiamo toccato le isole dei Principi, dove il diporto ed il turismo di Istanbul si sviluppano per tutto l’anno, poi sulla costa sud del mare siamo approdati a Esenkoy da cui abbiamo iniziato la traversata verso l’isola di Marmara. Quasi sessanta miglia in otto ore, spinti da vento e correnti ad oltre sette nodi per atterrare nel piacevole porticciolo di Asmolikoy.
Sempre abbiamo incontrato gentilezza, cortesia e simpatia tra i locali e aiuto per quanto avessimo bisogno.

L’ultima notte nel mar di Marmara l’abbiamo passata nella tranquilla baia di Pasalimani. Ancora, come ogni giorno delfini e sempre a salutarci all’arrivo a alla partenza.


Poi settanta miglia in discesa verso i Dardanelli e sosta a Cannakale, sotto al cavallo di Troia riprodotto in tutte le forme e materiali nei chioschi sulla strada.
Al mattino partenza presto per un altro lungo tratto di quasi sessanta miglia; uscire dai Dardanelli, rientrare nell’Egeo e ritornare a Mithimna su Lesbo, da dove eravamo partiti quasi tre settimane prima.

Il termine della crociera per i nostri compagni di viaggio è ad Ayvalik, sulla costa turca di fronte a Mitilene. Circondata da un arcipelago di isolette, Ayvalik è una tranquilla e piacevole cittadina meta di turismo: collegata giornalmente con l’isola greca di Lesbo è punto di partenza per una visita al sito archeologico di Pergamo.

Andrea, Alberto e Barbara ci salutano: arrivederci alla prossima stagione. Noi proseguiamo ancora due settimane prima di rientrare.

04 settembre 2010

Costantinopoli, il Bosforo e il mar Nero

Abbiamo impiegato sei giorni di navigazione per arrivare alla nostra meta da Lesbo. Ora, per alcuni giorni, ci dedichiamo alla visita della città che ha preso il testimone del potere da Roma, la capitale dell’Impero Romano d’Oriente poi il centro del potere ottomano. Dove si incontrano Europa ed Asia e diverse religioni. Da qui nei secoli sono partite navi che andavano a portare guerra e terrore lungo le coste del Mediterraneo. Qui tornavano con le prede raccolte nelle incursioni vinte, ma a volte sconfitte e ridotte nel numero e negli equipaggi.



Visitiamo il Topkapi, la Moschea Blu, Santa Sofia, le stradine della vecchia città intorno al ponte di Galata ed al Corno d’oro. Dalla cima della torre di Galata dominiamo il Bosforo e allunghiamo lo sguardo nel mar di Marmara e sulle isole vicine. Anche la moderna Istanbul ha il suo fascino e si distende lungo le due coste; quella europea e quella asiatica.


Poi è il momento di riprendere la navigazione. Prima di rimettere la prua a sud risaliamo il Bosforo, sfidando il traffico di navi e traghetti che lo attraversano da parte a parte. Passato il crocevia del Corno d’ora però il traffico si riduce. Contrastando la corrente, a volta impetuosa e forte, arriviamo ad affacciarci sul mar Nero. Per la notte sostiamo nel piacevole porticciolo di pescatori di Poyraz.


Il Bosforo è la prosecuzione di Istanbul. Vecchie case ed imponenti palazzi affacciati sull’acqua su entrambe le sponde. Due alti ponti sempre pieni di traffico di veicoli nelle due direzioni. Poi le antiche fortificazioni per il controllo del traffico marittimo ed il tranquillo allargarsi all’imbocco del mar Nero.

Nella salita costeggiamo l’Europa, mentre al ritorno stiamo sul lato asiatico, spinti letteralmente dai vortici dell’acqua che scende come in un fiume.  Prima di rientrare nel mar di Marmara le ultime foto sullo sfondo delle cupole e dei grattacieli che caratterizzano il panorama di Costantinopoli/ Istanbul.

01 settembre 2010

I Dardanelli: all’inseguimento della meda che corre veloce

Da Mithimna a Bozcada risalendo di bolina il vento per atterrare a sera nella prima isola turca, dopo tante isole greche.
Tranquilla ed ordinata, ci accoglie con la gentilezza dell’ormeggiatore al tramonto e la preghiera del muezzin che sancisce il termine della giornata di digiuno. Siamo nel nono mese del calendario islamico, il mese di Ramadan.

Il giorno dopo verso i Dardanelli, con attesa, curiosità e attento rispetto per le condizioni di navigazione cui non siamo abituati: traffico, corrente contraria e acque ristrette.


Il primo tratto a vela, ma quasi subito si mette il motore e si naviga seguendo il profilo costiero per ridurre l’effetto della corrente contraria. Che raggiunge i tre nodi e Fair Wind fatica all’inseguimento di una meda che sembra non voler farsi raggiungere.
Intanto il traffico di navi incrocia alternando il flusso in salita a quello in discesa ed arriviamo nel tardo pomeriggio a Cannakale, in tempo per la preghiera del tramonto del muezzin.

A Cannakale il mattino passa facendo le pratiche di ingresso in Turchia, complesse, ma non impossibili da fare. Molto meglio, e soprattutto più economico, farle da soli, invece di accondiscendere alle esose richieste degli agenti che si offrono di farle al posto tuo.
Completate le pratiche, riusciamo ad utilizzare il pomeriggio per proseguire  la risalita dei Dardanelli e sostiamo per la notte subito prima dell’imbocco del mar di Marmara.

La costa europea del mar di Marmara offre alcune possibilità di approdo per interrompere la navigazione verso Istanbul. Le condizioni sono impegnative, ma non proibitive. Il mare è più formato di quanto la forza del vento possa giustificare, lo verificheremo anche nei giorni successivi. Pensiamo sia dovuto alle dimensioni ridotte di questo mare e all’effetto della corrente che dal mar Nero, attraverso il Bosforo, scende fino ai Dardanelli, per sfociare come un fiume nell’Egeo.

Risaliamo di bolina la costa e facciamo la prima sosta a Kumbag, un porticciolo di pescatori, dove siamo accolti con simpatia e curiosità. Devono essere poche le barche da diporto che fanno questa rotta in questa stagione.


Un altro tratto il giorno successivo ci porta all’ampio e tranquillo porto di Silivri. Di qui completiamo il percorso per approdare nel marina Atakoi di Istanbul, vicino all’aeroporto, arrivando proprio quando sta per iniziare lo spettacolo della pattuglia acrobatica turca. In formazione e con numeri da Freccie Tricolori, sulle nostre teste sembrano darci il benvenuto e festeggiare insieme a noi l’arrivo alla meta della nostra crociera: Costantinopoli.

31 agosto 2010

A Costantinopoli

Il 31 agosto alle ore 14:00 Fair Wind è atterrata al Marina Atakoi alla periferia di Istanbul. Dopo sei giorni di navigazione dal nord dell'isola di Lesbo, risalendo i Dardanelli e la costa nord del Mar di Marmara è arrivata alla meta prefissata par la crociera di fine estate.

15 luglio 2010

Da maggio a luglio

A Samos, al marina di Pithagorio, Fair Wind attendeva il nostro arrivo dopo la sosta invernale. Dopo un lavoro di riarmo e ordinaria manutenzione che si è protratto per una decina di giorni, la partenza verso nord. Alla scoperta delle isole poco frequentate del nord Egeo.


Una sosta tecnica per la notte sulla costa turca nella pacifica baia di Sarpdere e poi l’arrivo a Chios dove avremmo aspettato il primo equipaggio.
Da Chios Fair Wind attraversa l’Egeo in senso contrario a quello, più a sud, dell’anno scorso: facendo sosta a Psarà, verso Skyros e le Sporadi occidentali.

Una decina di giorni tra passeggiate a terra e soste in rade tranquille, poi verso il dito di mezzo della penisola Calcidica.
Ancora verso nord, verso Thassos, l’isola più settentrionale dell’Egeo, a poche miglia dalla costa della Macedonia e della Tracia.

E da Thassos, verso l’appuntamento con l’altro equipaggio: a Limnos, nel porto di Mirina, all’ombra del castro aspettiamo Anna e Renzo con cui faremo il tratto di mare più appassionante: dieci ore di navigazione, di cui oltre sette a vela, con incontro di delfini e incrocio del traffico navale verso i Dardanelli che si aprono proprio davanti a Limnos.

L’arrivo a Lesbo, prima nell’affascinante villaggio di Mithimna (o Molyvos), poi nel capoluogo Mitilene, significa una sosta di qualche settimana per Fair Wind, dopo quasi settecento miglia di navigazione ed oltre mille chilometri percorsi a terra nella visita delle isole toccate.

A fine mese arriva l’equipaggio dei giovani condotti da Piero per alcune settimane di vacanza tra Lesbo, Chios e la costa turca di fronte.

Ancora da Mitilene poi a fine agosto inizierà l’ultimo tratto di navigazione di questa stagione, quello che ci porterà a Istanbul.

12 luglio 2010

Limnos e Lesbo

Consacrata a Efesto, dio della metallurgia, Limnos ha installazioni antichissime. La prima forma di democrazia sarebbe nata proprio su quest’isola, nel villaggio di Poliochni, dove gli scavi della scuola archeologica italiana di Atene hanno portato alla luce resti della prima età del bronzo (3000-2000 AC) una struttura tipica del Bouleuterion (luogo di raccolta in assemblea dei maggiorenti del luogo) che si ritiene costituisca una sorta di data di nascita della democrazia.

L’isola è poco costruita e la sensazione è che sia anche poco abitata, traendo la sua economia dall’indotto delle servitù militari. La posizione di Limnos, di fronte allo stretto dei Dardanelli, ne fanno un luogo chiave per il controllo dei commerci sin da epoche remote. Troia è proprio di fronte, sulla costa dell’Anatolia e la guerra cantata da Omero fu di fatto un momento chiave per il controllo dei traffici per mare.


  Le sue spiagge sono molto piacevoli e appena dietro alle installazioni balneari si vedono ancora, perfettamente operative, strutture agricole e di pastorizia. Famoso, e veramente buono, il vino prodotto sull’isola.
Stretta integrazione tra economia rurale, militare ed ora anche turismo, che però rimane ancora discreto, mantenendo quindi un certo fascino come di qualcosa che ormai si fa fatica a ritrovare, anche nelle isole greche.

Qui, a Mirina, dominata dall’imponente castello veneziano, arriva l’ultimo equipaggio, Anna e Renzo, con cui passeremo ancora qualche tempo sull’isola per poi affrontare il tratto di mare verso Lesbo.
E quest’ultima traversata è stata anche quella di maggior soddisfazione di questa parte della stagione. Vento portante che ha spinto per oltre sette ore, sulle dieci totali, Fair Wind, su un mare tranquillo, incrociando navi in entrata ed uscita dall’Ellesponto, e avendo la simpatica compagnia di un gruppo di delfini.

L’atterraggio a Lesbo è avvenuto sulla costa nord, nel villaggio di Mithimna, o Molyvos, come anche viene chiamato; un luogo ancora ben conservato, protetto dall’alto dal suo castro di epoca rinascimentale e molto ben mantenuto nell’equilibrio delle vecchie architetture, sempre recuperate con sapienza e rispetto del passato.

L’isola di Lesbo è la terza per dimensione dopo Creta e l’Eubea. Per visitarla è necessario molto tempo. Nei pochi giorni a disposizione abbiamo cominciato ad avere una visione di insieme completa, che ci ha fatto scoprire sia i panorami verdi delle foreste e delle montagne all’interno, che la varietà delle coste con spiagge e ripari da utilizzare a seconda della direzione del vento.


Fair Wind rimane ormeggiata nel porto interno del capoluogo di Mitilene, affidata alle cure di Lakis e di suo figlio Markos, fino all’arrivo dei ragazzi che continueranno a navigare per tre settimane in agosto.

Per noi l’appuntamento è all’ultima settimana del mese, quando a Mitilene ci incontreremo con il nuovo equipaggio per l’avventura che porterà Fair Wind sino al Bosforo e a Istanbul

30 giugno 2010

Lesbo raggiunta

Siamo arrivati a Mithimna, sulla costa nord dell'isola di Lesbo con quasi undici ore di navigazione di cui quasi otto a vela.
Una delle più belle e piacevoli traversate di Fairwind da sempre.
Vento costante tra i nove e i dodici nodi e mare calmo.

All'atterraggio ci attendeva il castro genovese che sovrasta il paese più caratteristico e piacevole dell'isola, con case ben conservate e vivace vita sul bordo del mare.

Nei prossimi giorni andremo in giro per l'isola prima di trasferirci a Mythilene dove i nostri ospiti sbarcheranno e noi prepareremo la barca per un riposo di tre settimane prima dell'arrivo dell'equipaggio dei giovani che navigherà durante il mese di agosto

24 giugno 2010

23 giugno 2010 – Limnos

Siamo arrivati a Limnos, come pianificato, ma dal nord e non dal sud come pensavamo.
Il lungo giro per l’Egeo del nord ci ha portato da Samos a Chios, da qui verso le Sporadi occidentali facendo tappe a Inoussa e Psarà, poi a Skiros, Skiathhos, Skopelos, Alonisoss e isolette dell’arcipelago.
La rinuncia di un equipaggio che avrebbe dovuto raggiungerci alle Sporadi per risalire insieme fino a Limnos, ci ha lasciato del tempo che abbiamo impiegato nella Calcidica, intorno alla penisola di Sinthonia e poi, doppiando il capo di Monte Athos, abbiamo raggiunto l’isola più settentrionale: Thassos.
E’ da Thassos che siamo atterrati dopo una lunga traversata di sessanta miglia a Limnos, ed è qui che attendiamo il prossimo equipaggio per fare rotta verso Lesbo.

La prima impressione di Mirina, il porto dove siamo atterrati è molto positiva; ci ha stupito il gran numero, relativamente alla capacità del porto, di barche ormeggiate. Abbiamo preso l'ultimo posto libero in banchina e chi è arrivato dopo di noi ha dovuto ancorare in rada.
Dopo un bel riposo dalle fatiche della traversata, caratterizzata da mare incrociato molto poco maneggevole, un po di riordino nella barca e poi le prime visite dell'isola.

22 giugno 2010

Thassos, l’isola di marmo

Un enorme, evidente blocco di marmo sostiene l’intera isola. Sulle coste, il bordo del mare è quasi sempre bianco e diverse cave sono addirittura a livello del mare. E questo nel tempo remoto della storia dell’isola agevolava i trasporti.
Una storia antica e fatta di importanti ricchezze, non solo il marmo e l’oro, ma anche verde, ulivi, alberi secolari verdissimi e una gran quantità di frutta e verdura.
Un’isola ricca anche di siti archeologici importanti e maestosi, come ad Alikì, sulla costa sud, dove si fa il bagno con lo sfondo delle colonne e delle pietre di templi e antiche architetture.



Fenici, Greci di Paro e popolazioni provenienti dall’est del mondo, persiani prima e ottomani dopo una breve parentesi sotto l’impero romano.
Ad un passo dalla Macedonia e dalla Tracia, l’isola è sempre stata legata alla vicina costa, propaggine nord orientale dei balcani.

Oggi da quei paesi, Bulgaria, Romania, Serbia, ma anche Polonia e Ungheria, arriva gran parte del turismo, sia quello ricco ed esigente che quello di massa.

La sosta a Limena (o Thassos) nel tranquillo e riparato porto, senza servizi, ma piacevole e silenzioso la notte, è stata l’occasione per un’espolazione approfondita all’interno, dove l’acqua è spesso abbondante e si trova anche un lago ed una cascata, e dove i vecchi paesi stanno sulla costa delle montagne ed hanno tutti uno scalo sulla costa.



Una sosta vale la pena di farla per pranzo o cena (noi le abbiamo fatte tutte e due) a Megalo Prinos (Kazaviti) alla taverna Andreas; ottimo cibo e prezzi molto contenuti.

Dopo cinque giorni, arriva il momento di riprendere la navigazione per la prossima tappa, dove attenderemo il nuovo equipaggio: Limnos.

18 giugno 2010

Dalla Calcidica all’estremo nord dell’Egeo greco

La rinuncia del secondo equipaggio, quello con cui avevamo programmato il percorso da Skiathos fino a Limnos, ci offre la possibilità di allargare la navigazione sino alla penisola Calcidica e poi raggiungere a nord l’isola di Thassos.

La traversata dalla baia di Panormits fino a Porto Koufo, sulla penisola centrale (Sinthonia), con calma totale di vento ci porta all’incontro con delfini, ma anche qualche tonno (purtroppo lontano dalla barca) ed una tartaruga.

Da Porto Koufo ci portiamo a Sikia, un tranquillo e piacevole ridosso, con piccolo villaggio di pescatori e fondo buon tenitore per una notte tranquilla prima della partenza per il lungo tratto fino a Thassos.



L’alba ci offre il sorgere del sole dietro all’alta cima conica del monte Athos, verso il quale dirigiamo; sotto all’imponente montagna, di fronte ai numerosi monasteri dei monaci, un vivace vento di ricaduta ci fa sperare in un prosieguo di traversata a vela. E’ però solo un’ora per fare due bordi, prima che, raggiunto il mare aperto il vento cessi di spingere Fair Wind.

La navigazione è seguita da vicino da un numeroso gruppo di delfini che per un lungo tratto accompagnano la barca, giocando con la prua e saltando fuori dall’acqua come a indicare la rotta de seguire.
Nel tardo pomeriggio atterriamo a Limonaria, sulla costa sud dell’isola, uno dei pochi ripari che l’isola di Thassos offre oltre al porto principale lontano sulla costa nord affacciato alla Macedonia e alla Tracia.

L’ormeggio nel porto non è agevole per poco posto e scarsi fondali, ma l’accoglienza è calorosa e partecipata dai pescatori e dalle barche ormeggiate che ci indicano il posto più adatto e ci aiutano nell’ormeggio.

Il giorno successivo, il percorso fino al porto di Thassos è agevolato dal vento, fino a qualche miglia dall’arrivo, quando il vento soffia ancora, ma la corrente contraria rende inutili i bordi che stiamo facendo; l’avvicinamento finale è a motore.

15 giugno 2010

Skyros e le Sporadi occidentali

Skiros è rimasta come la ricordavamo, selvaggia e boscosa nella parte nord, elegante e pittoresca nella sua Chora, ancora una delle più belle dell’Egeo.


Dopo una giornata in motorino in giro per l’isola (quello di Giuseppe e Vali li lascia a piedi a metà del percorso), la navigazione procede verso l’arcipelago delle Sporadi ocidentali.
Atterriamo a Patitiri, attuale capoluogo dell’isola di Alonisoss, dopo che il terremoto negli anni ’50 ha distrutto il vecchio villaggio arroccato all’interno.
Il porto è tranquillo, ma c’è sempre una fastidiosissima risacca che mette a dura prova cime d’ormeggio e bitte, almeno fino a che non si impara dai locali a lasciare lasco l’ormeggio; un vero uovo di colombo: lascado di un metro e anche più le cime in banchina la barca si rilassa completamente e a bordo si ritrova la pace.

Dopo Alonisoss e una tappa tranquilla nella solitaria baia di Peristeria a sud dell’isola omonima, si raggiunge Skiathos, dove Giuseppe e Vali sbarcano per rientrare a Roma.


Non perdiamo l’occasione per passare alcuni giorni a visitare, a piedi e utilizzando un ottimo servizio di autobus, l’isola all’interno. A ovest, a fianco delle spiagge di sabbia, si attraversano fitte foreste che arrivano fino al mare e offrono ombra e fresco. Poi dal monastero di Evangelistria, dove il vino e l’olio sono ottimi e convenienti,  si scende tra uliveti e frutteti, ritornando al capoluogo.

Dopo Skiathos inizia l’esplorazione delle altre Sporadi; avremmo dovuto farla in compagnia, ma gli amici che dovevano raggiungerci hanno dovuto rinunciare all’ultimo momento.


Skopelos si richiama oggi, nella comunicazione ai turisti, al periodo in cui ha vissuto sull’isola il cast del film Mamma mia. Le spiagge e le baie, anche quelle non toccate dal film, o forse proprio quelle non toccate, sono molto belle ed una sosta all’ancora permette bagni piacevoli e notti riposanti.


Il porto del capoluogo, sul lato sbagliato dell’isola, perchè a nord est, da dove vengono i venti prevalenti, è però ampio e piacevole; in questo periodo poi di vento ne abbiamo trovato poco.
Il capoluogo è molto bello e pittoresco con le sue vecchie case, in gran parte rinnovate quasi sempre con gusto e le sue stradine tortuose. Tantissime sono le chiese e chiesette, nel capoluogo e in tutta l’isola. A nord ovest, arroccato il paesino di Glossa, per una divagazione in autobus ed una sosta gastronomica con vista.

La navigazione riprende verso le altre isole. Un sosta prolungata nella piacevole baia di Peristera e poi sulla costa est di Alonisoss, vicino a Steni Vala, da dove, in autobus si può raggiungere il vecchio paese (Palio Chorio) abbandonato per il terremoto ed oggi in gran parte risorto con case recuperate da greci e stranieri che preferiscono la tranquillità un po isolata alle spiagge sulla costa.


L’esplorazione dell’arcipelago finisce con una tranquilla notte nella riparatissima baia di Panormitis sull’isola di Kiria Panagia, luogo di sosta anche per pescatori che alla sera affiancano le loro barche per chiacchierare come in una grande piazza di paese.

30 maggio 2010

Chios, l’isola della mastica e dei villaggio medievali

La ricchezza di Chios, fin dall’epoca romana, viene dalla mastiha, una gomma che cola dai tronchi di lentisco e che viene utilizzata per la fabbricazione di decine di prodotti, dalla gomma da masticare ai liquori, dai farmaci ai profumi, alle vernici e alla cera.
I genovesi, che di affari si sono sempre intesi, dopo la conquista dell’isola agli inizi del 1300, hanno fondato una società commerciale, la Maona, per lo sfruttamento di questa risorsa. E i criteri con cui, sette secoli fa, fu organizzata questa società erano talmente validi ed efficaci, che la Maona esiste ancora oggi e detiene il monopolio del mastice che si produce nei villaggi del sud dell’isola: Pirgi, Olimpi, Mestà oggi ancora ben conservati nel loro assetto medievale.


A Chios la tradizione dice che è nato Omero e che qui insegnava appoggiato ad una pietra, oggi oggetto di visita. La storia ci racconta anche che per due anni, visse qui Cristoforo Colombo, prima di immaginare i suoi viaggi verso l’ovest alla ricerca dell’est.

La famiglia genovese dei Giustiniani ebbe per duecento anni il dominio sull'isola, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo economico in tutti i campi commerciali. Uno dei loro discendenti ha pubblicato una storia dell'isola per chi la vuole approfondire.


Arriva il primo equipaggio e Fair Wind riprende il mare toccando le isole di Inoussa a nord est di Chios e Psarà ad ovest.


Da Psarà, dove paghiamo il conto di ristorante più salato dell’estate (si è mangiato bene, ma l’oste ha veramente esagerato) la rotta ci porta ad ovest, verso Skiros.

25 maggio 2010

A Chios

Alle dodici e trenta del 24 maggio Fair Wind ha ormeggiato a Chios, alla banchina sud del porto, davanti all'hotel Bel Air..
Partita da Samos presto al mattino del 23, per tutta la giornata ha navigato schivando temporali che passavano verso la costa turca. Nel tardo pomeriggio ha gettato l'ancora nella tranquilla ed affascinante baia di Sarpdere sulla costa turca, dove la notte è passata tranquilla insieme ad altre barche in sosta.

Poi il tratto verso Chios e l'arrivo in porto.

L'ormeggio è sicuro e bene ridossato, anche se l'entrata ed uscita in porto di navi e traghetti (abbastanza frequenti durante la giornata e la notte) genera una discreta  risacca che fa ondeggiare decisamente le barche all'ormeggio. Le cime di poppa devono lasciare spazio verso la banchina e le  barche non devono essere troppo vicine le une alle altre per evitare possibili danni. Con i dovuti accorgimenti l'ormeggio è sicuro e la notte passa senza particolari problemi.

Tra due giorni arriverà il primo equipaggio; nell'attesa visiteremo l'isola.

Un saluto alle isole Ionie

Rimessa in acqua Fair Wind a Preveza, dove aveva passato l’estate, prima di lasciare lo Ionio, un saluto, un arrivederci alle isole che sono state compagne di questi ultime due stagioni.




Leucade, con il golfo di Nidri e poi Syvota, Itaca ed il suo angolo di sogno del golfo di Skinos, che ha ospitato ormai molte volte Fair Wind.

Poi ad Agia Eufimia per l’incontro con il primo equipaggio.



Ora le crociere si alteneranno negli equipaggi del 2009


23 maggio 2010

Inizia la navigazione

Dopo 10 giorni di intenso lavoro alla base di Samos, Fair Wind è pronta a lasciare gli ormeggi in direzione dell'isola di Chios dove salirà a bordo il primo equipaggio della stagione.


Dopo alcuni giorni caratterizzati da vento da sud, con piogge e temporali, le previsioni mostrano una decisa tendenza verso un tempo più estivo con venti da nord, anche se non ancora il vero meltemi, e cieli sgombri.

Quindi alle otto ora locale iniziano le operazioni per la partenza.

Buon vento

11 maggio 2010

Il programma ormai stabilizzato

Stiamo per partire per raggiungere Fair Wind a Samos e per iniziare la stagione che si svolgerà secondo questo schema, .... naturalmente vento e mare permettendo:

  • dopo le operazioni di riarmo nella base di Samos Fair Wind prenderà la direzione nord percorrendo la costa Turca con visita a Efeso e Teos ed arrivando a Chios
  • a Chios il 27 maggio si imbarcherà il primo equipaggio (Giuseppe e Vali) per navigare fino alle Sporadi, dove sbracheranno il 4 giugno
  • sempre nelle Sporadi (a Skiathos) il 13 giugno si imbarcherà il secondo equipaggio (Annacarla e Alessio), con cui arriveremo a Limnos, da cui rientreranno il 20 giugno
  • il 27 giugno a Limnos si imbarcherà il terzo equipaggio con cui faremo rotta verso Lesbo dove sbarcheranno il 5 luglio
  • Fair Wind resterà poi per tre settimane al marina di Ayvalik, mentre noi rientreremo a Milano l'8 luglio
  • a fine luglio Piero con amici si imbarcherà a Ayvalik per navigare sino al 22 agosto quando rientrerà a Lesbo
  • noi saremo ancora su Fair Wind il 22 agosto a Lesbo: qui il 25 arriverà il nuovo equipaggio (Andrea, Alberto Barbara) e con loro andremo fino ad Istanbul
  • insieme rientreremo  Lesbo dove questo equipaggio sbarcherà il 12 settembre
  • poi riporteremo Fair Wind a Samos per il riposo invernale
Terremo aggiornato il blog durante la stagione

23 febbraio 2010

Febbraio, tempo di pianificazione

Fair Wind sta ancora svernando nella sua base di Samos (Pytagorio), mentre si preparano i programmi per la la nuova stagione.

Sono previste cinque tappe in primavera-estate e due sul finire dell’estate.

Tappe primaverili

da Samos a Chio: una risalita della costa Turca della Ionia, con visite ad Efeso, le cui rovine rappresentano uno dei più noti siti archeologici del Mare Mediterraneo e Teo, patria del poeta Anacreonte, per arrivare a Chio.

da Chio alle Sporadi: traversata dell’Egeo, da Psara, al largo della costa ovest di Chio, fino a Skiros, l’isola più grande dell’arcipelago che comprende anche Skiatos, Skpelos e Alonisos

ricognizione delle Sporadi: navigazione tra le isole dell’arcipelago con soste nelle molte baie riposanti

dalle Sporadi a Lemno: rotta verso nord con sosta nell’isola di Aghios Efstratos di fronte alla penisola Calcidica

da Lemno a Lesbo: per arrivare sulla costa turca ad Ayvalik dove Fair Wind si fermerà per qualche settimana


Tappe di fine estate


da Ayvalik a Costantinopoli e ritorno: attraverso lo stretto dei Dardanelli ed il Mar di Marmara fino al Bosforo e all’antica Bisanzio, oggi Istanbul

da Ayvalik a Samos: passando per la costa turca e le isole di Lesbo e Chio per tornare alla base invernale di Fair Wind

Per vedere meglio le rotte fare click sull'immagine

24 dicembre 2009

Buon Natale e Buon 2010

Auguri a tutti gi amici di Fair Wind per le feste ed il nuovo anno.



Abbiamo avuto un anno molto bello, passando dallo Ionio all'Egeo dove Fair Wind passerà ora alcune nuove stagioni di navigazione in giro per le isole greche e tra le coste turche fino a Cipro.

Quest'anno, attraversato il canale di Corinto abbiamo visitato le isole del Saronico prima di affrontare il mare impegnativo attraverso le Cicladi ed il Dodecanneso.

Tre equipaggi diversi si sono avvicendati, facendoci compagnia per parte del percorso, abbiamo conosciuto equipaggi di altre barche con i quali abbiamo passato piacevoli giorni a terra e percorso tratti di mare; è stato un anno ricco di conoscenze ed esperienze con molte ore di navigazione a vela.

A tutti quelli che sono stati con noi nel 2009 e a chi non è ancora salito a bordo di Fair Wind, buone feste e buon 2010.

20 ottobre 2009

Al tempo della fioritura delle tamerici

E' ormai pieno settembre e le tamerici sono in fiore ovunque; le piante salmastre ed arse, come le definì D'Annunzio sembrano spolverate di sabbia sull'estremità delle foglie. Bisogna osservarle da vicino, vedere gli insetti impollinatori al lavoro per capire che si tratta di fioritura.

Siamo alle ultime navigazioni della stagione; l'equipaggio di Fair Wind lascia la base di Samos una volta che il meltemi ancora vivace si è un po calmato.

Da Samos una bella cavalcata al lasco verso sud: sosta nella bella baia sud di Lipsi, di qui rotta per Levitha, comodo approdo per rompere lunghe traversate che tagliano il mare in verticale o in orizzontale.
La prima meta per una sosta è Astipalea di cui si parla nel post relativo.
Ad Astipalea Fair Wind fa una nuova conoscenza: Bora scura. Insieme arrivano a Nisiros.

Nell'isola vulcano di Nisiros l'approdo migliore è oggi quello di Pali: un porto recentemente sistemato, allargato nelle possibilità di ormeggio, in grado di ospitare oltre quaranta imbarcazioni.
Base ottima per partire alla scoperta dell'isola, del suo vulcano e dei paesini di Nikia, Emborios e Mandrakio.
Panorami forti e lunari che si alternano a graziosi agglomerati tranquilli e ancora assolati in questi primi giorni autunnali.
Insieme a Kate e Davide, l'equipaggio di Bora scura, si passano piacevoli ed interessanti ore in giro per l'isola. Poi il momento dei saluti.
Bora scura si avvia verso la costa turca dove, vicino a Bodrum, passerà a terra l'inverno dopo aver avuto le amorevoli cure dei suoi proprietari.

Fair Wind risale con il favore di due giorni di vento da sud; dopo le soste di Pserimos e di Leros nella baia di Plakouti, si ferma per alcuni giorni per dare al suo equipaggio la possibilità di visitare la piccola Lipsi.

Qui una nuova conoscenza: una coppia di romani, simpatici marinai di lunga data che hanno intrecciato i loro nomi di Ida e Pino, chiamando il loro Beneteau "Paidnio".

A Lipsi è piacevolissimo camminare e si può percorrere tutta l'isola a piedi, fermandosi di quando in quando in una delle numerose spiagge.

Lasciamo anche Lipsi e l'ultimo tratto, controvento, riporta Fair Wind al marina Samos e ai lavori per la sistemazione invernale


Abbiamo percorso 220 miglia nel Dodecanneso per l'ultima crociera della stagione, parte delle quasi mille miglia percorse quest'anno, dopo aver lasciato la base di Preveza.

Ora il riposo invernale e la pianificazione della prossima stagione

01 ottobre 2009

Astipalea

Nel mezzo dell’Egeo si è posata una farfalla: è un’isola che si chiama Astipalea, e che i veneziani chiamavano Stampalia. Cicladi per l’aspetto e la scarsa vegetazione, ma Dodecanneso come appartenenza amministrativa, è dominata dall’imponente kastro veneziano.

Atteso il giusto vento, Fair Wind lascia Samos con rotta verso sud: Lipsi, Levitha e poi Astipalea.

Fair Wind approda al piccolo moletto di Analipsi nel golfo di Maltezana, un ormeggio tranquillo e defilato rispetto al porto principale di Skala. La tranquillità che si gode a finaco di piccole e colorate barche di pescatori è simile a quella di un ormeggio in rada. Alla radice del piccolo molo una piccola fontana cui attingere l’acqua per la pentola della pasta alla sera e la fermata dell’autobus per andare, di giorno, a Platos Giali, Chora e Livadi; due autisti si alternano alla guida del vecchio bus ed intrattengono i passaggeri, quasi sempre gli stessi.

Così passano alcuni giorni, alla riscoperta di una delle mete delle estati del passato, abbastanza cresciuta nel numero di abitazioni, ma rimasta sostanzialmente molto attraente. Astipalea tiene fede al ricordo di isola affascinante, con una bellissima Chora e una popolazione simpatica ed accogliente
La stagione, dal punto di vista della vita sull’isola, è ormai alla fine e molti locali sono chiusi e la vita si concentra principalmente sulla spiaggia di Livadi.


In mare ancora numerose sono le barche che utilizzano Astipalea come tappa intermedia tra Kos e la più famosa Santorini. Tra gli equipaggi di passaggio sono numerosi i tedeschi, e quelli provenienti dai paesi dell’est europeo.

Nel golfo di Maltezana Fair Wind fa la conoscenza della bellissima Bora Scura, uno sloop degli anni 70 disegnato e costruito dal mitico Sciarelli, ed oggi casa in movimento di una simpaticissima coppia composta da un triestino ed una australiana. Entrambi attratti dalla vita in mare hanno scelto la barca come loro residenza permanente.

Una nuova conoscenza e nuove avventure insieme a terra ed in mare per i due equipaggi

20 luglio 2009

A zonzo per il Dodecanneso

Sosta a Samos per alcune sistemazioni a Fair Wind. Pulizia innnanzi tutto e normale manutenzione. E’ anche l’occasione per rinfrescare la conoscenza della bella isola. Ricca di coltivazioni e generosa di panorami. Con il libretto di passeggiate sulle isole alla mano, percorriamo vecchi sentieri alla scoperta di un monastero nascosto (Agia Trianda) e del canale di Eupallino, l’ingegnere ingaggiato dal tiranno Policrate per progettare e costruire un canale per rifornire di acqua dolce la città di Pytagorio, che all’epoca si chiamava Tigani.

Poi arrivano Anna e Renzo.

Amici fin dagli anni della lontana gioventù, i ricordi comuni sono legati principalmente alle montagne vigezzine e alle prede di caccia, passione da sempre di Renzo. La barca è per loro una novità tutta da scoprire e Fair Wind li accoglie a bordo nel marina di Samos.

Insieme a zonzo nel Dodecanneso. Agatonissi, con sosta tecnica per riparare il punto di mura del genoa che si è sfilacciato nel tentativo di fare rotta verso Fourni. Ad Agatonissi però c’è anche la taverna di George, vecchia conoscenza dei tempi in cui si navigava con la barca a noleggio Stella del Mare. George non ha smentito la sua fama, preparando una succulenta zuppa con verdure e tre scorfani freschi scelti dal suo frigorifero.

Poi via verso Leros. L’Egeo, anche sotto la costa turca, regala lunghe navigazioni a vela, con venti intorno ai quindici nodi. Dopo un bagno nella baia davanti ad Agia Marina, la sosta notturna è a sud, nella calma baia di Xerokambos. Cena in trattoria ed il giorno successivo in auto a scoprire l’isola che è stata italiana come il resto del Dodecanneso.


Nel Castro, imponente e ricca costruzione da cui si dominano le diverse baie dell’isola la cui forma richiama la foglia di quercia, la guida del piccolo museo è figlio di un greco che collaborò con il regime italiano e che era giudice nell’isola fino alla fine della seconda guerra. Restano diverse riviste dell’epoca ed una collezione completa del Touring Club. Nel museo ci viene fatto notare che due quadri ritraggono S.Ambrogio e S. Carlo Borromeo.

Da Leros, ancora una navigazione tutta a vela con tre lunghi bordi fino a Lipsi, nella piacevole baia di Ormos Kouloura, illuminata la notte dalla luna piena. Poi intorno all’isola fino a Marathi, di fronte ad Arki, nel piccolo golfo ormeggiati al gavitello.


Dopo una passeggiata sulla collina ed una cena da Pandelis, l’ultimo giorno ci regala ancora vento da Ovest per spingere le vele verso il riparo di Samos marina.


Questa è la nuova base di Fair Wind per il resto della stagione e per il prossimo anno.

Dopo due mesi di navigazione, da Preveza all’estremo est della Grecia, di fronte alla costa turca, ora qualche tempo di riposo.
A fine agosto, inizio settembre la prua di Fair Wind tornerà a fendere le onde dell’Egeo prima della sosta invernale.

30 giugno 2009

Samos: meta raggiunta, attraversato l’Egeo

Marie Christine e Xavier arrivano a Paros che è già buio sbarcando dal ferry Bluestar. Stanchi per aver hanno lasciato Parigi alle sei del mattino, ma contenti di tornare su Fair Wind che avevano salutato nel maggio del 2008 a Corfu.

Salutiamo la coppia di fratelli greci che, dopo aver studiato veterinaria ad Ancona, hanno trovato l’occasione di aprire un ristorante sulla spiaggia di fronte alla quale era ormeggiata Fair Wind. Sono simpatici, parlano un ottimo italiano e soprattutto fanno bene da mangiare.

Il mattino seguente le operazioni iniziano con calma e con un rifornimento alla cambusa.

Il primo tratto è breve e restiamo sull’isola di Paros, spostandoci nel bel golfo di Naoussa, trovando ormeggio di fronte al monastero nella baia a nord ovest. Le previsioni danno rinforzo di vento fino a sette; restiamo un giorno in baia, approffitando per una visita al paese di Naoussa, e per far sistemare il salpaancora che da alcuni giorni da problemi.

Poi si riparte e scendendo nel canale tra Paros e Naxos, si arriva nel tranquillo porticciolo di Iraklia.
Un incanto. Piacevole e riposante si può nuotare in porto, dal molo alla spiaggia e ritorno. Incontriamo un simpatico cretese che parla un ottimo italiano e che ha venduto una casa per comperare un’Hallberg Rassy 37, di cui va veramente fiero e che è ormeggiata a fianco di Fair Wind.
Prima di sera Fair Wind incontra Skopelitis, il vecchio traghetto che ogni giorno percorre tutte le piccole Cicladi, da Amorgos a Naxos e ritorno. Anni fa aveva fatto da mezzo di trasporto principale per la nostra vacanza. Poi due passi nel piccolo paesino e cena alla taverna.

Le piccole cicladi sono davanti alla prua di Fair Wind: Schinussa, che percorriamo sulla costa nord, Kato Kofounissi, dove facciamo sosta per lo spuntino di mezza giornata e per un bagno, Kofounissi che salutiamo partendo in direzione di Keros ed Amorgos Egiali.
Lasciamo lontana Donuoussa: le previsioni danno forte vento da sud ed il suo porto è molto esposto.

Ad Egiali, appena ormeggiati un pescatore ci invita nella sua barca; dopo una serrata trattativa veniamo via con quattro splendidi scorfani che più tardi si dimostreranno anche buonissimi, cotti al forno e serviti con le patate come si fanno nel Perigord cucinate da Xavier.

Da Egiali partiamo presto con rotta per Levitha, la piccola isola che fa da collegamento tra le Cicladi e il Dodecanneso, sosta ideale per interrompere la traversata. Cena alla taverna di Stavros, sempre uguale a se stessa con il suo fascino di luogo di incontro e scambio di esperienze tra navigatori. Una passeggiata digestiva e poi il giorno successivo rotta per Lipsi.

Lipsi è il luogo ideale per fare un po di moto: in paese e fuori, sulla costa nord, guardando verso le isole che visiteremo tra non molto.
Il vento viene ancora da sud e favorisce il nostro programma. Da Lipsi ad Arki e da qui a Samos, un’ultima bellissima traversata, con vento sostenuto al lasco, con Fair Wind completamente invelata che di tanto in tanto fa surf sulle onde.


Al nuovo marina di Samos finisce il tratto di quest’anno di Marie Christine e Xavier. Appuntamento alla prossima stagione.
Ora Fair Wind, conclusa la traversata dell’Egeo, rimane in attesa del nuovo equipaggio per una tranquilla crociera nel Dodecanneso.